#Alkhaestgdr {Aula di Erbologia - metà ottobre - primo pomeriggio- anno scolastico 1994} Undici erbe, undici aromi differenti, undici colori distanti. All'interno delle serre si perdono favelle lievi, un dir gentile, circostanziale e cordiale colma l'aria fresca d'autunno, si posa sulle foglie, danza tra esse quindi si disperde con la medesima sofficità col quale avea preso inizio. ... Sottili passi s'aggirano nell'aula di Erbologia, una figura minuta, contorta, avvolta in un lungo manto tinto dello stesso rosso col quale s'infiamman le foglie nella Foresta Proibita, sta camminando lentamente tenendo stretto tra le dita sottili un recipiente di levigata ceramica, omaggio assai gradito/sebbene per Nonea necessario/ da parte della Professoressa Sprite, Madama Sprite, pel folletto il qual è di ritorno da una piacevole e rapida chiacchierata con la stessa alla quale ha portato ben undici germogli di differenti specie come richiesto. Soddisfatto e lieto d'esser nuovamente stato utile alla donna l'entità silvestre si troa a rifletter sulle peripezie affrontate per recuperare i vivi materiali, avventure singolari e bizzarre custodite tra le memorie e rimembrate con divertimento. Storie che sarebbero state narrate, alla sua maniera, agl'amici boschivi malgrado alcuni di essi abbiano attivamente cooperato con lo spirito silvestre: conscio di ciò questi è ben certo che incontrandoli si sarebbero divertiti. Il suo passo s'arresta una volta varcata la soglia dell'ultima serra, innanzi la porticina che l'avrebbe condotto fuori è proiettata un'ombra alta, longilinea, palesemente non si tratta della sua: spostando rapidamente le pupille la creatura non impiega che qualche attimo per individuare una fanciulla, corvini i crini, chiara la pelle. Con un sospiro impercettibile egli si rende conto di trovarsi in presenza della professoressa associata di Erbologia di cui ha recentemente avuto notizia eppur mai s'è preoccupato di andar a conoscerla, stranamente considerato il suo carattere. L'essere sguscia silente lungo il corridoio originato tra i lunghi pianali sui quali son poste le svariate piante, da essi è possibile percepir la sua presenza solamente grazie a qualche ciuffo della sua chioma fulva ed altamente intricata. Una volta giunto a portata di voce dalla donna egli è indeciso se attender di venir notato o verbiare per primo, la scelta ricade su ciò malgrado egli sospetti uno scatto di sorpresa da parte della professoressa. "Buon pomeriggio, signorina. Non allarmatevi, non ho fosche intenzioni" Il tono denotato è pacato, distaccato, distante, ormai divenuto d'uopo alla creatura la qual, come ormai è abituato a far, accenna ad una riverenza deciso ad attender come i fatti si vadano a sviluppare.

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