[ Cosa potrebbe mai esserci di inconsueto in un sistema oramai standardizzato e perfezionato, con assoluta meticolosità, nel corso degli anni? Una macchina fine non affatto incline ad alcun sentenzioso turbamento, le cui strutture oramai autonome, brutali, tagliano la strada anche alla più sottile variabile non contemplabile, non considerabile perché marchiata di inutilità. Ma è dietro la porta di lei che l'uomo desta. Immobile. In attesa, in attesa finanche di se stesso, di quella consapevolezza censurata alle altrui orecchie, agli altrui occhi, alle altrui presenze da sempre fungenti da contorno; quello stesso contorno che abbandoni alla fine di una portata, dedicandoti unicamente, bramosamente, alla pietanza principale. Quel contorno che diviene avanzo. Una rarità silenziosamente insinuatasi, i cui richiami lontani e continui non abbandonano le membra che ricadano, a volte cedono completamente, a quei pensieri posti ad un soma specifico, a delle forme esatte, descritte ampiamente anche dai sensi che contribuiscono. Così, da pregevole eccezione, ha portato l'uomo ad abbandonare Hogwarts per dirigersi là, là ove lei desta, ove probabilmente si culla al suono di una serata solitaria. Se non peggio: che possa essere in compagnia? Titubante l'animo, nonostante il moto corporeo si sia perpetuato senza chiedere alcun permesso alla ragione, anzi ignorandola, sfidandola all'assenteismo, per quanto questa adesso scalpiti in toni accusatori: - Cosa diamine stai facendo? Un sistema perfetto non si può permettere falle. Eppure il pugno è chiuso e le nocche ben protese. Un sistema perfetto non si può permettere increspature. Eppure il pugno è chiuso, le nocche ben protese e battono. Una volta. Un sistema perfetto non si può permettere inutili piaceri. Eppure il pugno è chiuso, le nocche ben protese e battono. Una volta. Due volte. Tre. Un sistema perfetto non si può permettere di non desiderare... Eppur cosa? Lo sguardo fissa l'uscio come a voler ritirare quanto appena compiuto, come se volesse pretendere un riavvolgimento del momento stesso; con il tempo non si gioca, il compiuto resta e segna, lascia una nuova traccia di inchiostro nel libro degli eventi. La destra si abbassa lentamente. L'organico si irrigidisce. L'attesa è snervante. Una vera scusa? Solo lei. ]

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