Stretto stringi strappa. Una volta la piuma verga con gentilezza qualche riga. Due volte la piuma verga con esattezza qualche riga. Tre volte la piuma verga con decisione qualche riga. Quattro volte la piuma verga con determinazione qualche riga. Cinque volte la piuma Stretto stringi strappa. Indecisione fin troppo manifesta, la scrivania è ormai sommersa di stralci di fogli, parole ormai senza senso, lettere casuali che si affollano, manifestazione esterna di un caos mentale, insicurezza piena di solida convinzione. L’intenzione ricolma la volontà sebbene fuggevoli i termini scivolino appena un passo più in là ogni qual volta si tenti di imbrigliarli in un cartaceo senso.
“Esimio preside Snape,
Probabilmente i ricordi sfumati dagli anni passati non le permetteranno una chiara identificazione della mia persona conosciuta durante il periodo trascorso in veste di studente ad Hogwarts, ma non lo ritengo attualmente importante.
Mi ritrovo a scrivere questa missiva, che altrimenti non le sarebbe stata indirizzata se non per necessità, perché mi trovo in una situazione di bisogno: avrei una certa premura nel voler entrare in contatto con il signor Mulciber che dalle mie memorie risultava esserle vicino in quegli anni, scrivo dunque nella speranza che ancora voi intratteniate rapporti e che lei sia così cortese da fornirmi una qualche possibilità di aggancio al suddetto.
Ringraziandola anticipatamente per la cortesia e l’attenzione spesa.
Elettra Isobel Cole”
Osserva, osserva con quello sguardo fino che da sempre riserva a ciò che più la cruccia, osserva analiticamente il susseguirsi di espressioni, osserva senza convinzione l’ultima versione prodotta. Freddezza, quasi urgenza di conclusione, ecco cosa ne trae, eppure sicurezza, concretezza.
Severus Snape